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La recensione

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 3 gen 2017
  • Tempo di lettura: 2 min


domenica, marzo 3rd, 2013 | categoria: In breve

RECENSIONI/ “Il peccato chiama peccato”, thriller, spy story. Ma non solo

L’omicidio della figlia di un console indonesiano, l’uccisione di un medico svizzero di fama internazionale, un misterioso – fino alle ultime pagine – “Vendicatore” guidato da criptiche indicazioni bibliche. Sono gli elementi chiave di un giallo-thriller – “Il peccato chiama peccato” – che si dipana, in un alternarsi di colpi di scena e momenti di analisi investigativa, tra la calda Liguria e l’austera Zurigo. Nella scia dei grandi maestri del “noir” americano, la giovane Isabella Pileri Pavesio, trent’anni appena, inserisce i singoli protagonisti ed episodi in un grande affresco che racconta le molte sfaccettature, le luci e le ombre, di una realtà globale di cui troppo spesso non si vedono I fini complessivi. Il giallo – o il thriller – non è un’opera come le altre; pena il flop, l’autore deve attenersi a stilemi, archetipi e paletti che sono alla base del giudizio del lettore. Aiutata anche dagli studi in giurisprudenza, Isabella Pileri Pavesio, trasforma la trama del suo libro in un percorso di tensione sempre maggiore, che spezza, con il risultato però di acuirla sempre più, con descrizioni o approfondimenti mai banali. Colpisce in particolare la precisione, quasi fotografica, della descrizione delle persone e delle località. Leggendo il libro, si tratti della Liguria o di Zurigo, si ha l’impressione di essere sul posto, di vedere l’insegna o il bar cui fa riferimento. In “Il peccato chiama peccato” c’è la trama internazionale, collegata ai traffici più abbietti – a cominciare da quello di bambini destinati a festini dei miliardari viziosi -, lo sfavillio delle luci che circondano il mondo dei miliardari svizzeri; ma si respirano anche le miserie, droga e prostituzione, dell’angiporto genovese. Con, come filo conduttore, gli sforzi del detective italiano che, proiettato nel mondo zurighese di cui non parla neppure la lingua, riesce tassello dopo tassello a dipanare il misteri che, per quasi tutto il libro, sembrano rendere incomprensibile il tutto.

Isabella Pileri Pavesio cinque anni fa aveva scritto un primo romanzo giallo, “Morte nel fango”, sui rapporti tra Stato e Mafia. Questo secondo thriller è sicuramente più maturo ed il respiro internazionale lo rende piacevole alla lettura. Anche se i particolari scabrosi non mancano. Nel mondo dei potenti le luci sono forti e il fascino grande; ma, nell’ombra, la realtà può essere ancora più cruda ed oscena di quanto si possa pensare. Questo vale per i vari protagonisti, ma anche per il paese che li ospita, la Svizzera, entità statuale all’interno della cui neutralità tanto elogiata si può nascondere, più che altrove, quello che non ci aspetteremmo.

http://www.online-news.it/2013/03/03/recensioni-il-peccato-chiama-peccato-thriller-spy-story-ma-non-solo/#.WGv5TVPhDIU


 
 
 

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